Persino l’Islanda surriscalda i consumi

LA CONSOLE di Milano dell’Islanda è una gentile e bionda signora che ama l’Italia, tanto da aver sposato, anni fa, un italiano. Un giorno, a pranzo, mi ha raccontato del suo Paese: le tradizioni di un piccolo popolo che abita una grande isola da me sempre amata, anche se non ci sono mai stato. Il […]

LA CONSOLE di Milano dell’Islanda è una gentile e bionda signora che ama l’Italia, tanto da aver sposato, anni fa, un italiano. Un giorno, a pranzo, mi ha raccontato del suo Paese: le tradizioni di un piccolo popolo che abita una grande isola da me sempre amata, anche se non ci sono mai stato. Il motivo del mio interesse è semplice: fin da ragazzo, mi aveva appassionato la storia di quella nazione, lassù nell’estremo Nord, lontana da tutti, che aveva meno abitanti della Romagna. E, poi, c’era il nome della capitale Reykjavik, che mi faceva sorridere un po’. Scopro ora che l’Islanda cambia registro facendo tornare al potere il centrodestra, pur responsabile della bancarotta del 2008. Due i motivi della vittoria: la promessa di sconfiggere l’austerità col taglio delle tasse. E la decisione di sposare in pieno l’euroscetticismo. Se anche l’isola vicino alla Groenlandia ha preso le distanze dalla Ue, consiglierei al premier Letta di non sottovalutare la lezione islandese: persino il Paese del freddo prova a surriscaldare i consumi.