Ora Twitter è la Pravda?

CERTE VOLTE, mi viene voglia di mandare a quel paese tutte le diavolerie e le invenzioni del dio computer, che, spesso, divorano le ore delle nostre giornate. Prendiamo il caso di Twitter. Ormai è di moda che  tutti i leader, a cominciare dal premier Renzi, cinguettino continuamente sul microblogging,rifuggendo,sempre più, dalla comunicazione istituzionale e dai mass […]

CERTE VOLTE, mi viene voglia di mandare a quel paese tutte le diavolerie e le invenzioni del dio computer, che, spesso, divorano le ore delle nostre giornate. Prendiamo il caso di Twitter. Ormai è di moda che  tutti i leader, a cominciare dal premier Renzi, cinguettino continuamente sul microblogging,rifuggendo,sempre più, dalla comunicazione istituzionale e dai mass media. Dal punto di vista del politico, la scelta di campo è comprensibile perché, in tal modo, può sempre ritrattare senza problemi una battuta, ma anche, focalizzare al meglio il messaggio che vuole lanciare, come se fosse la réclame di un detersivo.Non solo: il demiurgo di turno può, anche, pilotare nel modo più opportuno il consenso dei followers, liberando il messaggio da quella veste di ufficialità che rende tutto più difficile e complicato, soprattutto quando, alle promesse, non seguono poi i fatti. Forse sono solo un reazionario che fatica a cavalcare le innovazioni tecnologiche per difendere il proprio orticello (leggi: i quotidiani cartacei), ma mi spaventano i tanti Robespierre, che utilizzano le nuove piattaforme per solleticare le emozioni e raramente il ragionamento. Volete mettere un bel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi (scripta manent…) con un pensierino effimero diffuso via Twitter? I social network stanno diventando la nuova Pravda anche se, spesso e volentieri, raccontano solo mezze verità: che sia per questo che Twitter, a Wall Street, ha perso, quest’anno il 34% del suo valore?

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net