VENNE soprannominato l’antitaliano del giornalismo e per molti è stato un personaggio scomodo,ma Giorgio Bocca, che ho avuto la fortuna d’intervistare, era un piemontese doc e un italiano vero.

TANTO CHE cominciò a farsi conoscere dal grande pubblico, come inviato speciale del “Giorno”, con i suoi viaggi nella penisola ai tempi del miracolo economico. Chissà cosa scriverebbe oggi, il grande giornalista, se già, negli anni del “boom”, raccontava un Paese al chiaroscuro, con tante luci, ma anche con molte ombre. Bocca aveva molti nemici,ma anche qualche amore. Due, fra gli altri: il natìo Piemonte e il natìo (come mestiere) quotidiano con l’omino in pigiama che guarda il mondo dalla sua finestra. A qualcuno forse non piacerà il raffronto, ma dovendo scrivere sul gemellaggio che, da domani, unirà il nostro giornale, al “Corriere di Novara”, diretto da Serena Fiocchi, e all’“Eco di Biella”, guidato da Roberto Azzoni, ho pensato proprio a Bocca. Lui sparava su tutto, ma non ha mai rinnegato le sue origini. Con il “Giorno”, in particolare, dove ha lavorato assieme ad altri nomi altisonanti come Gianni Brera, Giampaolo Pansa, Gaetano Afeltra. Una grande scuola di giornalismo dove il “bocia” di Cuneo ha potuto spiccare il volo. Con tali premesse, alla direzione e a tutti i colleghi del quotidiano milanese fa, quindi, davvero piacere questo matrimonio a tre, fatto di comuni obiettivi e di nobili radici: ogni giovedì, sabato e lunedì, il “Giorno” diventerà, così, il “panino” degli altri due giornali in tutte le edicole di Novara, Biella e dintorni. La nostra, sarà un’unione di comuni interessi legata a consolidate tradizioni liberali e antica indipendenza. Certo, i tempi sono difficili e la crisi dell’editoria incalza, ma, proseguendo nel solco delle nostre origini, sapremo vincere, uniti, anche le prossime
sfide. Nel nome di un buon giornalismo. [email protected]