SPERAVO tanto che tra Confindustria e Cgil fosse scoppiata la pace. Mi sembrava, infatti, che persino la leader Camusso avesse compreso lo sforzo degli imprenditori e avesse ripagato con la pace sindacale l’abnegazione dimostrata dalle aziende nel quasi disperato tentativo di superare la crisi. Sarebbe stato un bel passo avanti rispetto al passato, quando i due mondi continuavano a guardarsi in cagnesco. Pensavo: tra tanti guai, ecco, finalmente, qualche aspetto positivo, come, appunto, l’idillio tra re Giorgio (Squinzi) e la zarina Susanna (Camusso). Ancora una volta, mi sono sbagliato: è bastato, infatti, avviare il conto alla rovescia per l’Expo perché la Cgil riaccendesse la miccia sul nodo della flessibilità del lavoro nelle assunzioni per la kermesse milanese. A questo punto, bisognerà, forse, dare ragione a coloro che considerano gli imprenditori alla stregua di eroi che resistono in trincea, a dispetto di uno Stato che opprime con le tasse e di un sindacato che collabora solo parzialmente. Insomma, non c’è mai tregua nel mondo del lavoro: tiremm innanz.

[email protected]