Monza, il pozzo di San Patrizio

È il bello della diretta. Tagliano le province, ma intanto a Monza si lancia l’asta per poter traslocare in giugno la sede dell’amministrazione provinciale nel nuovo palazzo appena costruito. Come dire: la burocrazia continua, imperterrita, il suo cammino, disinteressandosi tranquillamente del nuovo corso avviato da Renzi. Cominciamo dagli antefatti: la città brianzola, dopo 30 anni di […]

È il bello della diretta. Tagliano le province, ma intanto a Monza si lancia l’asta per poter traslocare in giugno la sede dell’amministrazione provinciale nel nuovo palazzo appena costruito. Come dire: la burocrazia continua, imperterrita, il suo cammino, disinteressandosi tranquillamente del nuovo corso avviato da Renzi. Cominciamo dagli antefatti: la città brianzola, dopo 30 anni di battaglie, diventa capoluogo di Provincia. Ergo: ci vuole subito un edificio faraonico per celebrare l’avvenimento e ospitare degnamente i nuovi uffici. Il “via” ai lavori avviene quattro anni fa. Il progetto iniziale era quello di mettere in piedi una specie di cittadella della Brianza che, oltre al palazzo della Provincia, comprendesse anche la Questura, una sede decentrata della Regione, l’Agenzia delle Entrate e la caserma della Guardia di Finanza. Di quel progetto, non è stato fatto nulla, tranne la cosa forse meno urgente, la sede della Provincia.

Già allora si parlava di una prossima abolizione delle amministrazioni provinciali, ma nessuno, in questi anni ci ha creduto davvero, tanto che sono stati spesi 22 milioni per allestire la nuova sede. Ora il Parlamento ha messo la parola “fine”, ma, a Monza, si va avanti secondo la vecchia tabella di marcia. È vero che bisognerà, comunque, trovare un tetto, sia pure temporaneo, ai 280 dipendenti della Provincia, ma che senso ha fare adesso i bagagli, magari solo per pochi mesi? Basti pensare che l’asta pubblica per il trasloco è fissata a 180 mila euro, anche se ci dovrebbe essere qualche limatura. Non solo: il cambio della sede potrà avvenire tra un paio di mesi perché manca ancora un adempimento tecnico del Comune per la realizzazione di un pozzo geotermico. Ma, in questo caso, il pozzo c’è già: è il pozzo di San Patrizio. Con una mano Renzi taglia, con l’altra la burocrazia procede come nulla fosse.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net