Montagne russe

PER LA PRIMA volta dopo tantissimi anni, ho provato una sensazione strana: trovarmi sulle montagne russe del luna park della mia infanzia. È successo ieri, mano mano scorrevano sui teleschermi le prime proiezioni dopo la chiusura delle urne. Colpi di scena a ripetizione che hanno in parte smentito le previsioni di molti politologi e sondaggisti: […]

PER LA PRIMA volta dopo tantissimi anni, ho provato una sensazione strana: trovarmi sulle montagne russe del luna park della mia infanzia. È successo ieri, mano mano scorrevano sui teleschermi le prime proiezioni dopo la chiusura delle urne. Colpi di scena a ripetizione che hanno in parte smentito le previsioni di molti politologi e sondaggisti: non è, infatti, accaduto nulla, o quasi nulla, di quanto avevamo letto nelle scorse settimane. Innanzitutto, non c’è stata quella vittoria netta della sinistra che avrebbe, comunque, reso più chiaro il quadro politico. Stando, invece, a dati ancora provvisori, la governabilità del Paese risulta piuttosto difficile. Di converso, il centrodestra è andato, al Senato, al di là delle aspettative rendendo, a questo punto, molto incerta la possibilità di creare una maggioranza netta e coesa.

ANCHE perché la lista Monti ha ottenuto un risultato molto deludente: chi pensava che il movimento civico del professore potesse essere il vero e unico ago della bilancia oggi è costretto a cambiare idea anche se i giochi sono tutti in fieri. Ma il dato più impressionante è l’incredibile escalation del Movimento a Cinque Stelle di Grillo: sapevamo che il comico ligure era stato capace di incanalare la protesta popolare ma, onestamente, quasi nessuno poteva immaginare che il segnale di rottura fosse così clamoroso considerando che la quota degli astensionisti e di coloro che hanno disertato le urne è stato tanto elevato. A questo punto, che fare? Sarebbe davvero da irresponsabili immaginare di chiedere il ritorno immediato alle urne. La crisi economica impone di adottare subito misure concrete per cercare di rilanciare il “made in Italy”, con più occupazione per i giovani, e i consumi delle famiglie, anche in vista della ripresa economica in Europa.

AL TEMPO STESSO il nuovo Parlamento dovrà subito modificare la legge elettorale. Se è vero che le urne confermano, in qualche modo, il bipolarismo, nonostante il “boom” grillino, è importante che centrosinistra e centrodestra siano capaci di scelte coraggiose, come già fecero nel novembre 2011 con il varo dell’esecutivo dei tecnici. Potrebbe davvero prendere piede la possibilità di creare un governo di larghe intese (ma senza Monti e senza più ministri tecnici), che sia in grado di traghettare l’Italia fuori dal guado. Non sarà facile, anche perché, a complicare il quadro così incerto, c’è anche la prossima scadenza del mandato di Napolitano: un’incognita in più.

Certo, chi alla vigilia della campagna elettorale, pensava che Berlusconi fosse, ormai, una palla al piede per il centrodestra, deve ricredersi, almeno al Senato. Un dato confermato dalla Lombardia che si è rivelata, ancora una volta, il punto-cardine degli equilibri politici in Italia. A maggior ragione, mi viene il dubbio che Bersani non abbia azzeccato la mossa vincente: lasciare campo libero al suo sfidante Renzi. Sono sempre più convinto che se il Pd avesse indicato il sindaco di Firenze come candidato premier della sinistra, oggi non staremmo a parlare di governissimi o di governicchi. Ma le prime impressioni a caldo, confermano anche che tutta la politica in chiave decisamente europea e tutta l’enfasi data al rigore non premiano. A pagarne le conseguenze sono, in particolare, Monti e il Centro anche perché l’ormai ex Supermario ha sbagliato la campagna elettorale: mai come in questi momenti di crisi, gli italiani hanno bisogno di sognare.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net