NOI MILANESI, di nascita o d’adozione, siamo sempre un po’ masochisti. Ecco, così, che con lo smog di quest’incredibile inverno, versiamo tante lacrime dopo avere gioito per il rinascimento lombardo soltanto poche settimane fa. Il “leitmotiv” del piagnisteo generale è riassumibile in poche parole: chiudiamo il 2015, l’anno dell’Expo, l’anno del trionfo meneghino, in malo modo per colpa di quello smog che sta soffocando la città e che ha costretto, tra Natale e Capodanno, al blocco totale dei mezzi per tre giorni. Sembra una specie di derby calcistico: dopo il gol segnato in estate con il successo – di pubblico, di incassi e di consensi -, dell’Esposizione Universale, ecco la rete incassata a dicembre a causa delle dannate polveri. Certo, queste Feste con il naso turato proprio non ci volevano, ma mi sembrano esagerati i titoli di alcuni giornali che parlano di una Waterloo sotto la Madonnina. Fino a prova contraria, lo smog è, infatti, solo in minima parte colpa di Palazzo Marino o dei milanesi poco preveggenti. Non è, neppure, un’emergenza solo lombarda. Se in passato il problema era, in effetti, davvero nostro, oggi il disastro è un po’ dappertutto. Persino Roma, che ha tanti difetti ma che, come clima, ci supera di due spanne, è stata costretta a ricorrere alle targhe alterne. Per non parlare di Frosinone, che avrà pure per la prima volta la squadra di calcio in serie A, ma ha dovuto varare il blocco totale come se fosse una sovraffollata capitale. Cosa dovrebbero dire, infine, gli abitanti di Pechino con tutte quelle mascherine appiccicate sulla faccia? Insomma, non facciamo di ogni erba un fascio: neppure il pesante smog di questi giorni potrà offuscare la grande luce dell’Albero della vita. [email protected]