Uno che s’intende di sondaggi, Renato Mannheimer, me ne ha trasmesso uno sul famoso bonus di 80 euro varato dal governo Renzi. L’Ispo ha interrogato un campione rappresentativo per capire come il benefit sia stato utilizzato dai 10-11 milioni di italiani che ne hanno usufruito. Un ago nel pagliaio che non ha smosso i consumi, come dicono le prime analisi congiunturali d’inizio estate, o una scossa positiva per l’economia? La ricerca conferma che le aspettative sono state parzialmente deluse nel senso che solo un quarto degli interpellati (il 23%, per l’esattezza), qualcosa come due milioni di cittadini, ha dichiarato di avere effettivamente utilizzato la cifra elargita per concedersi qualche spesuccia in più.

Il 47%, quasi la maggioranza, ha, invece, approfittato degli 80 euro per fronteggiare le scadenze di tutti i mesi, dalle bollette all’affitto e al mutuo. Un altro quarto (il 24%), visti i tempi, ha messo il bonus da parte, mentre il restante 6% ha cercato di tamponare, in qualche modo, debiti accumulati. Chi si illudeva di dare una svolta ai consumi con il bonus, è rimasto deluso perché un simile provvedimento, semmai, avrebbe dovuto essere messo in cantiere prima che i buoi scappassero dalla stalla per colpa di una crisi senza precedenti: 80 euro al mese sono troppo pochi per smuovere davvero le acque. Meglio, molto meglio, sarebbe agire sul fronte della riduzione delle tasse, soprattutto per quanto riguarda il carico fiscale che grava sulle imprese e sul lavoro. Alla fine il bonus è stato meglio di niente, ma l’avviso ai naviganti è molto chiaro: bisogna cambiare rotta.

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