Chiariamo una volta per tutte: i veri nemici di Renzi non sono la Camusso e neppure Cofferati (che ieri mi ha pure scritto per ribattere simpaticamente al mio “Buongiorno” di mercoledì: le trenette, afferma, sono molto meglio delle trofie al pesto). A votare contro il premier è, soprattutto, la congiuntura economica che continua a peggiorare. In questo senso, mi sono sbagliato: credevo che Matteo fosse un uomo fortunato, un giovane nato con la camicia e capace di trasformare in oro tutto ciò che tocca: lo dimostrerebbe la sua carriera folgorante che l’ha portato a Palazzo Chigi in men che non si dica.

Se, nei primi mesi del suo incarico, sembrava navigare, effettivamente, con il vento in poppa, adesso non passa giorno senza un nuovo cruccio per il sindaco d’Italia. Persino il suo alleato storico, Silvio Berlusconi, comincia a mettere in dubbio il patto del Nazareno. Ma il rischio maggiore per il governo si chiama recessione. Anche ieri il presidente della Bce, Mario Draghi, è apparso molto pessimista: i rischi si moltiplicano nell’Eurozona, e la ripresa è sempre più lontana con una disoccupazione galoppante. A questo punto Renzi sembra Penelope solo che non è lui a disfare di notte la tela che continua a tessere di giorno. Con buona pace di tutti gli italiani che sono in mutande.

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