«IL GOVERNO è nelle mani di Letta. Tifiamo per lui e diamogli una mano. Mai accetterei di fare il segretario Pd per avere in mano la vita del governo». Chi scrive queste righe, come mi ha segnalato il lettore Enzo Bernasconi di Varese, è Matteo Renzi nel libro “Oltre la rottamazione”, pubblicato nel maggio del 2013. Verrebbe proprio da chiedersi dove è mai la coerenza del sindaco d’Italia. Non solo: anche alla luce di questo impegno, è ampiamente giustificato il gelo di Letta, ma anche il distacco di Pierluigi Bersani. Anch’io ho potuto toccare con mano che la coerenza non esiste affatto nella politica: quello che si scrive un giorno, all’indomani può essere capovolto senza problemi.

MA CREDO, anche, che ci sia un limite a tutto, in particolare quando a dire certe cose è colui che, di lì a nove mesi, avrebbe partorito un nuovo governo, per cambiare il Paese. Possono avere fiducia gli italiani sugli impegni presi dal nuovo premier con simili precedenti? È vero che, soprattutto all’interno del Palazzo, il «mai dire mai» è sacrosanto e, nel maggio 2013, Matteo non aveva ancora annusato l’aria di Roma, maun po’ di cautela, a questo punto, sarebbe stata d’obbligo. Intendiamoci, tutti noi, per il bene dell’Italia, vogliamoche abbia successo nell’immane compito di traghettare in porto la squassata navicella tricolore e facciamo il tifo per lui,maadesso ha già molti meno alibi: dopo le tante promesse, deve subito rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Altrimenti, perché defenestrare Letta?

[email protected]