Matteo ct azzurro

CERTE VOLTE scopri similitudini dove meno te le aspetti. È il caso dell’Europa che continuiamo a considerare al centro della Terra e crocevia di tutti gli equilibri internazionali: non è più così da tempo, ma è difficile cambiare le proprie percezioni e prendere le misure a nuove realtà. È un po’ quello che sta succedendo […]

CERTE VOLTE scopri similitudini dove meno te le aspetti. È il caso dell’Europa che continuiamo a considerare al centro della Terra e crocevia di tutti gli equilibri internazionali: non è più così da tempo, ma è difficile cambiare le proprie percezioni e prendere le misure a nuove realtà. È un po’ quello che sta succedendo anche ai mondiali di calcio: in Brasile è la stessa minestra. È vero, Francia e Germania hanno passato il turno, ma la Spagna non c’è più, l’Italia pure, manca l’Inghilterra e dicono che Capello, Ct della Russia, sia stato deportato in Siberia. Nonostante tutti i rovesci e le debolezze emerse, gli strateghi della palla rotonda continuano a vedere condizioni di sereno stabile per le squadre del  Vecchio Continente senza accorgersi delle vitalità che stanno emergendo.

Idem per i “grandi” della geo-politica che mantengono l’Europa, e l’euro con essa, sul piedistallo più alto quando bisognerebbe, invece, adottare il catenaccio, tra tigri asiatiche e sceicchi del Golfo che scalano le classifiche economiche. La musica è cambiata, ma nessuno sembra accorgersene: persino la Costa Rica mette gli azzurri in castigo, per non parlare di Bruxelles dove prendiamo ceffoni un giorno sì e l’altro pure. Ora confidiamo in Renzi: ci auguriamo che, con il semestre di presidenza italiano appena cominciato,  l’Europa riesca davvero a creare quello spirito di squadra che potrebbe consentire il cambio di marcia richiesto da milioni di elettori.  Se Matteo  saprà imporsi  con i partner del club di Bruxelles, lo proponiamo direttamente alla guida della nazionale di calcio al posto di Prandelli.  Lui non dirà certamente di no.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net