Masochisti d’Italia

Siamo un Paese di santi, poeti, navigatori e masochisti. Abbiamo, infatti, un’innata predisposizione a farci del male: è quasi un godimento fisico. Prendiamo il caso di questa pazza estate 2013. Proprio nei giorni in cui persino la Banca centrale europea, la Bce del mastino Draghi, lancia un grido d’ottimismo e registra i primi segnali di […]

Siamo un Paese di santi, poeti, navigatori e masochisti. Abbiamo, infatti, un’innata predisposizione a farci del male: è quasi un godimento fisico. Prendiamo il caso di questa pazza estate 2013. Proprio nei giorni in cui persino la Banca centrale europea, la Bce del mastino Draghi, lancia un grido d’ottimismo e registra i primi segnali di ripresa economica che potrebbero consolidarsi nell’ultimo trimestre, ecco che l’ipotesi di elezioni anticipate in autunno, dopo una legislatura durata lo spazio di un mattino, diventa sempre più probabile.

Potrebbe succedere, insomma, quello che meno t’aspetti con un governo che ha appena spento le prime, misere, cento candeline: i veti e i continui distinguo nei partiti che sostengono l’esecutivo — tra il Pd che non è disposto a concedere deroghe sul caso-Berlusconi e il Pdl che chiede una corsia preferenziale per il suo leader condannato — rischiano di portarci al patatrac. Tutti a casa, con le riforme e le misure per sostenere la crescita che vanno a farsi benedire un’altra volta e l’ennesima campagna elettorale fondata sulla delegittimazione reciproca, indegna di una nazione che ha fame di serietà e realismo.

È mai possibile continuare così? Mi auguro di no, anche perché, per andare nuovamente a votare, ci vorrebbe, almeno, una legge elettorale che faccia dimenticare il vergognoso Porcellum. Ma nel nostro scombinato Paese tutto è possibile: anche l’harakiri collettivo. In fin dei conti, con il cognome che mi ritrovo, nella stirpe dei masochisti un posto lo trovo sicuro.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net