Considero Giuliano Ferrara uno dei giornalisti più intelligenti nel panorama italiano anche se, spesso e volentieri, si chiude a riccio in una specie di torre eburnea, quasi a voler dimostrare una specie di primazia intellettuale su tutti gli altri, colleghi compresi. Al di là di questi aspetti che rientrano nel carattere di una persona, il direttore del “Foglio” ha, spesso e volentieri, una marcia in più. Come ha dimostrato anche ieri, in un’intervista, in cui ha cercato di spiegare perché la discesa in campo di Marina Berlusconi, al posto del padre, sarebbe stata l’arma vincente del centro-destra.

Invece di insistere per ottenere un perdono o una scorciatoia giudiziaria, che appaiono battaglie perse in partenza, il Cavaliere avrebbe fatto bene a lasciare il posto alla figlia primogenita, già collaudata ai vertici di Mediaset e Mondadori. Peccato che sempre ieri, forse proprio in seguito alle parole di Ferrara, Marina abbia categoricamente smentito qualsiasi intenzione di entrare nell’agone politico: “Non ho mai preso in considerazione l’ipotesi”, ha detto, tagliando la testa al toro.

Non conosco i motivi che hanno indotto l’erede di Silvio a rinunciare: in effetti, anch’io pensavo che il cambio fosse la mossa giusta, soprattutto perché la staffetta con la figlia avrebbe avuto una grandissima eco a livello internazionale, con un’impennata degli indici di popolarità per Marina. Da tutto il mondo sarebbero piombati ad Arcore gli inviati delle principali testate giornalistiche per raccontare la storia di questa Dynasty che, nel nome della famiglia, istituzione sacra in Italia, passa il testimone da una generazione all’altra. È vero che per molti, autorevoli, osservatori le successioni di tipo dinastico fanno a pugni con una sana democrazia, ma è strano che nessuno abbia mai sollevato serie obiezioni quando sono andate in onda le saghe dei Kennedy o dei Bush negli Stati Uniti.

Perché oltreoceano è tutto ok e nel Belpaese no? Marina avrebbe dovuto accettare l’offerta anche per la mancanza di serie alternative nel partito: Berlusconi senior, sia pur non ufficialmente, poteva continuare a dirigere l’orchestrina di Forza Italia, mentre l’erede avrebbe governato forte di un piglio decisionista tutto femminile. La sua smentita mi sembra, a questo punto, troppo netta per un ripensamento. A meno che non ci siano altri calcoli. Forse Marina è più intelligente di quanto Ferrara e io pensiamo.

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