SE GIRI per le strade di Milano, in questi giorni di luglio, la domanda d’obbligo è: «Come vanno i saldi estivi?». In effetti, dopo la gelata dei consumi, qualcosa si sta muovendo. Ma il problema è un altro: tutta l’Italia è in saldo. Se i francesi della Vuitton fanno la parte del leone, tra Cova e Loro Piana, altri capisaldi del made in Italy (Versace?) stanno abdicando, almeno in parte, al capitale straniero. Nell’occhio del ciclone le griffe della moda, ma anche l’alimentare, come la Gancia sempre più russa o la Pernigotti (dolciario) che è passata alla famiglia Toksoz di Istanbul: mamma li turchi! I giornali dibattono se gli assalti ai marchi storici siano un bene o un male: c’è un limite a tutto (anche alla valuta pregiata) e non siamo terra di conquista. Un fatto, comunque, deve essere ben chiaro: evitiamo di cedere ai russi o ai turchi pure le aziende che producono i tortellini. Sono già un obbrobrio quelli con la panna, ma gli ombelichi di Venere panna e caviale proprio no. Se dovesse capitare, chiederò asilo politico a San Marino, dove il ragù alla bolognese resta rigorosamente sacro.

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