MAI SVEGLIARE il can che dorme. Da mesi, come sanno i lettori del “Giorno”, mi sto battendo perché il Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, sia sottoposto a una drastica cura dimagrante, se non, addirittura, alla sua eliminazione. L’organo costituzionale (a proposito della Costituzione più bella del mondo…) dovrebbe consigliare i due rami del Parlamento in materie importanti e delicate, ma, stringi stringi, c’è molto fumo e poco arrosto.

Ad esempio, da quanto tempo il Consiglio non presenta una propria proposta di legge, secondo quanto è espressamente previsto dall’articolo 99 della Costituzione? Un’eternità. Quasi a rispondere alle mie domande, dandomi così indirettamente ragione, il Cnel ha ora varato una proposta legislativa per razionalizzare e uniformare i procedimenti di accertamento dei tributi, oltre che per la revisione delle sanzioni. Sulla carta dovrebbe essere un’ottima riforma, ma, considerando i livelli insopportabili della pressione fiscale in Italia, non vorrei che l’iniziativa si trasformasse nell’ennesimo boomerang per i contribuenti. Grazie, ma abbiamo già dato