Come volevasi dimostrare. Quasi tre mesi fa, il 17 agosto, il “Giorno” scrisse che Luca di Montezemolo avrebbe assunto la presidenza della nuova Alitalia. Avevamo raccolto l’indiscrezione da fonte certa, tanto che la notizia era stata, da noi, anticipata nuda e cruda, senza alcun punto interrogativo. Come alla roulette, i giochi erano già fatti e l’altro giorno, è arrivata la conferma ufficiale: Luca è decollato verso la nuova avventura.

Se il trasloco a bordo dei velivoli degli sceicchi era stato costruito sin da quando Etihad ha rilevato il pacchetto di controllo dell’ormai ex compagnia di bandiera italiana, non mi spiego davvero il perché della sceneggiata del brusco divorzio da Maranello, con Marchionne che, da un giorno all’altro, sbatte platealmente la porta in faccia a Montezemolo.

Un melodramma inutile se l’uscita di Luca era stata già decisa da tempo nei piani nobili torinesi, ma le strategie, si sa, a volte, non tengono conto delle ragioni e degli umori degli uomini. Sull’altro piatto della bilancia, tanto di cappello, invece, a Montezemolo che, come si vede, è riuscito subito a riciclarsi alla grande, cosa non facile, di questi tempi, mentre i coetanei di Luca sono spesso destinati alla rottamazione. Al di là della Ferrari, l’importante è volare alto.

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