L’onda dell’Expo

NELL’INTERVISTA concessa ieri al “Giorno”, il cardinale Angelo Scola è stato chiaro: «Credo nella possibilità di un nuovo Rinascimento di Milano e penso che l’Expo possa essere una buona provocazione». A 500 giorni dall’evento (il “count-down” comincerà martedì con un convegno organizzato dal nostro giornale e dalla Regione Lombardia con il governatore Roberto Maroni in […]

NELL’INTERVISTA concessa ieri al “Giorno”, il cardinale Angelo Scola è stato chiaro: «Credo nella possibilità di un nuovo Rinascimento di Milano e penso che l’Expo possa essere una buona provocazione». A 500 giorni dall’evento (il “count-down” comincerà martedì con un convegno organizzato dal nostro giornale e dalla Regione Lombardia con il governatore Roberto Maroni in prima fila), cominciamo ad entrare nel vivo della “provocazione”. È giunto il momento di capire cosa cambierà davvero con l’appuntamento del 2015: un sondaggio, condotto per noi da Demoskopea, può essere particolarmente indicativo per tutti. Secondo l’istituto di ricerca, gli italiani si dimostrano moderatamente ottimisti sull’evento perché, se il 54% degli intervistati vive la manifestazione positivamente, solo il 22 è indifferente mentre un abbondante 13% confessa di non avere alcuna idea dell’Esposizione ma vorrebbe saperne di più.

CI STIAMO DIBATTENDO, da anni, in una crisi economica senza precedenti e molti italiani non hanno avuto il tempo e la voglia di guardare più in là. Ci sono anche responsabilità del mondo dell’informazione, considerando che solo un quarto degli interpellati è a conoscenza che l’Expo sia un grandissimo evento centrato sul tema “nutrire il pianeta”. Eppure, avremmo tutto l’interesse a pubblicizzare l’avvenimento che può essere davvero quel volano utile per tirare il Paese fuori dalle secche della nostra infinita recessione. Non è un caso che, tra gli intervistati, prevalgano le speranze anche per il dopo-Expo: ci potrebbe essere una maggiore occupazione per le imprese italiane (29%), con un sentimento generale di orgoglio e di rinascita (21%), la consapevolezza che, quando chiuderanno i battenti, Milano sarà più conosciuta nel mondo per le sue eccellenze (21%) e, per concludere, la previsione di un’economia più florida grazie all’Expo (20%).

INSOMMA, AL DI LÀ di tutte le polemiche che hanno preceduto la kermesse, siamo sempre più convinti – e il sondaggio della Demoskopea ce lo conferma – che dobbiamo prendere al volo un autobus che non passerà più. Ecco perché il “Giorno”, un quotidiano profondamente radicato nella realtà lombarda, ha creduto fin dall’inizio, a differenza di altri, alle enormi potenzialità economiche, ma anche culturali, di Expo 2015, mettendosi in gioco per la riuscita dell’Esposizione Universale. Se un terzo degli intervistati considera ancora il traguardo del 2015 “un gran polverone”, dobbiamo impegnarci, nei 500 giorni che restano, per diradare tutte le nebbie. E il fatto che anche il Papa verrà, molto probabilmente, a Milano per visitare gli stand dei cinque continenti, è la miglior conferma che la sfida può essere davvero vincente. Non solo per l’Italia.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net