LO CONFESSO, sono un grande fan di Clint Eastwood da quando, nel 1979, ho visto al cinema il film “Fuga da Alcatraz” del regista Don Siegel. Le scene intense dell’evasione del detenuto dal carcere ritenuto ultrasicuro, mi appassionarono moltissimo e, a distanza di 34 anni, ricordo ancora i punti salienti di quella che era stata un’impresa, sia pur da parte di detenuto. Ma mai avrei pensato di leggere oggi i dettagli di una specie di “fuga da Alcatraz rovesciata”. Nel senso di apprendere i particolari di un’evasione che è, in realtà, un’ “invasione” perché, in questo caso, sono stati i malviventi a entrare dentro la prigione di Pavia per prelevare la cassaforte dall’Ufficio conti correnti e portarsela via.

È vero che, tra i tanti mali della crisi, c’è, purtroppo, anche quello di aguzzare l’ingegno (?) dei ladri che, negli ultimi mesi, specie in Lombardia, si sono cimentati in azioni mai viste come quella, ad esempio, di prelevare furtivamente le elemosine dalle chiese, ma c’è un limite a tutto, anche al rischio. Arrivare ad organizzare il colpo dei soliti ignoti direttamente nel “caveau” del carcere, diventa quasi una barzelletta e neppure la fervida mente di Monicelli ci aveva pensato prima. Debbo ammettere, mio malgrado, che la banda del buco dietro le inferriate di Pavia nel pieno della notte — mentre i detenuti, ma anche, evidentemente, i poliziotti dormivano — merita l’oscar dei ladroni: se non altro, i malviventi hanno dimostrato una grande immaginazione, quasi una gag.

Ma c’è anche il risvolto meno comico: quale è, davvero, il livello di sicurezza delle carceri italiane? Da anni, mi occupo delle condizioni di degrado dei nostri istituti di pena, un degrado che ho potuto vedere con i miei occhi nelle visite che ho compiuto da parlamentare, durante la precedente legislatura: da Bologna a Teramo, da Perugia a Roma, il livello di guardia è stato, spesso e volentieri, superato. Ma arrivare all’“invasione” del carcere, mi sembra francamente troppo. Mi chiedo: i sistemi d’allarme suonano soltanto in uscita? E cosa sarebbe successo se il colpo fosse avvenuto nell’ora d’aria dei detenuti? In quanti si sarebbero accodati alla “gang” della cassaforte? Ma al di là delle battute, un fatto è certo: le carceri italiane sono al collasso. Ministro Cancellieri, se ci sei, batti un colpo. In senso buono.

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