L’interrogazione insabbiata

NON È MAI TROPPO TARDI. Anche a capire le cose. Quando, ieri mattina, ho letto le agenzie che davano le prime notizie sugli arresti di Venezia legati al Mose, ho avuto uno squarcio di luce che mi ha illuminato su una vicenda di un paio d’anni fa. Ecco gli antefatti. Allora ero un semplice “peone” della […]

NON È MAI TROPPO TARDI. Anche a capire le cose. Quando, ieri mattina, ho letto le agenzie che davano le prime notizie sugli arresti di Venezia legati al Mose, ho avuto uno squarcio di luce che mi ha illuminato su una vicenda di un paio d’anni fa.

Ecco gli antefatti. Allora ero un semplice “peone” della Camera: incontro Carlo Ripa di Meana e il fotografo Lorenzo Cappellini, che mi raccontano della devastante idea, subito approvata dalle autorità locali, avanzata dallo stilista francese di origini trevigiane, Pierre Cardin. È deciso a costruire a Venezia il grattacielo più alto d’Europa. Se si mette in piedi il Mose, perché non si vara pure il Palais Lumière? Pensando allo skyline della città dei dogi, il progetto fa letteralmente accapponare la pelle, eppure riceve l’immediato disco verde delle autorità, nella indifferenza generale, tranne la resistenza di qualche vecchio ambientalista duro e puro.

Sollecitato dai due amici, decido di presentare un’interrogazione parlamentare, visto che i colleghi veneti non sembrano dare peso alla questione. Pieno di buona volontà, consegno il mio compito alla Commissione interessata, ma non ricevo risposta. Nulla di nulla. Una specie di magia: oplà, l’interrogazione vola via… Non si fa vivo il ministro dell’Ambiente di allora, Corrado Clini, arrestato nei giorni scorsi per altre vicende d’appalti, ma se ne stanno ben zitti anche Giancarlo Galan e il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, oggi coinvolti nella vicenda Mose con quasi un centinaio di indagati.

Adesso, ho compreso tutto: alla luce di quanto è successo, quella mia interrogazione sarà finita in qualche oscuro cassetto di Montecitorio. Per fortuna che, alcuni mesi dopo il mio sfortunato tentativo, lo stesso Pierre Cardin ci ha ripensato lasciando perdere il suo faraonico progetto. Altrimenti, cosa sarebbe successo, tenendo conto che, nei piani approvati, il grattacielo avrebbe dovuto essere inaugurato con l’avvio dell’Expo di Milano? Anche se non credo ci siano collegamenti tra la vicenda Mose e il caso del grattacielo, ora tutto mi è molto più chiaro.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net