L’euro? Ritroviamo le chiavi di accesso al castello europeo

Continuano le critiche all’Europa e all’euro. Secondo lei la costruzione monetaria varata alla fine degli anni Novanta è stata davvero un autogol per l’Italia? Cosa si può fare per rimediare a una situazione che ci penalizza assieme agli altri Paesi deboli del Vecchio Continente? Laura Rondelli, Milano ALLA NASCITA dell’euro, il premio Nobel Milton Friedman […]

Continuano le critiche all’Europa e all’euro. Secondo lei la costruzione monetaria varata alla fine degli anni Novanta è stata davvero un autogol per l’Italia?

Cosa si può fare per rimediare a una situazione che ci penalizza assieme agli altri Paesi deboli del Vecchio Continente?

Laura Rondelli, Milano

ALLA NASCITA dell’euro, il premio Nobel Milton Friedman scrisse che era stato costruito un bel castello. Peccato solo che i padri della moneta comune avessero gettato le chiavi d’accesso dalla finestra. Fuor di metafora, l’economista americano intendeva dire che i fondatori non avevano previsto le vie d’uscita in caso d’emergenza. E con la crisi finanziaria, che si è sempre più complicata dal 2008, i nodi sono venuti al pettine. A questo punto, non possiamo tornare indietro: siamo nell’euro e nell’euro dobbiamo restarci. Certo, non è più possibile che i Paesi forti siano troppo avvantaggiati rispetto a quelli deboli, così come non possiamo consentire che la Bce abbia ancora così poca voce in capitolo, nonostante gli interventi di Draghi. Ritroviamo le chiavi del castello.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net