ADESSO tutti (o quasi) attribuiscono, giustamente, l’onore delle armi a Enrico Letta che esce di scena, con grande dignità, in attesa di tempi migliori.

COSA FARÀ da grande nessuno lo sa, forse nemmeno lui: per il momento sembra intenzionato a concedersi una lunga vacanza in Australia. Per respirare aria diversa: più lontano di così…
È doveroso il rispetto nei confronti di un premier che, comunque, non ha mai alzato la voce o usato una parola di troppo. In un mondo politico dove viene premiato solo chi fa il furbo o l’arrogante e non certo chi si comporta in maniera signorile, il nipote di Gianni, seguendo l’esempio di cotanto zio, è stato una specie di mosca bianca. Di fatto Enrico, tra quelli che lo strattonavano da una parte e tra chi lo tirava dall’altra (Renzi in primis), ha resistito dieci mesi a Palazzo Chigi ed è molto, coi tempi che corrono. Non c’è, purtroppo, spazio per personaggi come lui in uno scenario dove la politica, come diceva Formica, ha le maleodoranti sembianze della materia cara al generale Cambronne. È vero, il suo governo non ha combinato molto e i continui annunci di voler sterzare, alla fine, hanno fatto schiantare Letta contro il muro di Matteo. Speravamo che qualcosa avrebbe portato a casa: non certo la riforma elettorale, che è materia infinita, ma misure per rilanciare davvero l’economia, sì. Non c’è riuscito: anche lui ha imparato presto la tecnica di sopravvivenza di rinviare tutto alle calende greche. Nonostante ciò, è stato un signore. Ci mancherà, speriamo per poco.
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