CIN CIN Milano. È vero, dopo la Milano da bere degli anni Ottanta, è sempre più la Milano da brindare. A poco più di quindici giorni, salvo proroghe, dalla chiusura dell’Expo, si moltiplicano i progetti, spesso brillanti, perché la città della Madonnina resti sempre al centro dell’attenzione internazionale, non solo per i sei mesi dell’Esposizione Universale 2015. Ma c’è un ma e, per questo, debbo recitare il mea culpa. Mi spiego: a lanciare la proposta di un pensatoio, un think-tank di cervelli di prim’ordine, è stato proprio il “Giorno” alcune settimane fa. Anche la nostra si è rivelata una buona idea, tanto è vero che, da allora, siamo stati inondati da lettere, articoli e richieste d’intervista da parte di tantissimi meneghini, di personalità istituzionali, come il sindaco Pisapia, quanto di semplici cittadini, pronti a dire la loro sull’argomento. Per il nostro quotidiano è stato, indubbiamente, un successo, ma ora mi chiedo: e poi? Dopo tanti contributi, non vorrei, infatti, che tutto restasse solo sul piano teorico, una cosa in fieri all’infinito, come succede spesso nel nostro Paese. Nel frattempo, è trascorso un altro mese e di questo benedetto pensatoio, per il momento, tranne qualche segnale, ne abbiamo sentito solo parlare. Le autorità competenti lo metteranno davvero in pratica? Come sarà composto, con quali compiti e poteri e, particolare non trascurabile, dove reperire i quattrini per attuare i progetti più stimolanti? È il momento di passare alla fase due, prima che i riflettori dell’Expo si spengano, e Milano finisca nel cono d’ombra della mediocrità. [email protected]