QUATTROMILA GIORNI dopo le Twin Towers, il grande incubo torna ad aleggiare sull’America. Le immagini che giungono da Boston, anche se il numero delle vittime è fortunatamente ridimensionato rispetto a quanto riportato, nelle prime ore, da alcune fonti, mi hanno riportato con la mente proprio a quell’11 settembre del 2001 .  Allora fu vera Apocalisse con migliaia di scomparsi, ma anche oggi quelle immagini, quei volti sanguinanti, quelle gambe mozzate, ci hanno fatto capire come 12 anni siano passati invano: il terrorismo internazionale non è affatto morto ed è sempre pronto a colpire quando meno te l’aspetti. Come avevamo scritto all’indomani dell’11 settembre, scene simili le abbiamo viste solo nei film di guerra e ancora una volta, quelle immagini sconvolgenti sono andate in onda. E ancora una volta il mondo è rimasto attonito e sgomento.

AL DI LÀ del pensiero rivolto ai caduti e ai feriti di Boston, la città della saga dei Kennedy, colpiti dalle bombe a pochi metri dal traguardo della Grande Maratona, nel giorno di festa dei patrioti americani, la nuova sfida all’America e a tutto l’Occidente solleva altri interrogativi sul nostro futuro. C’è, innanzitutto, una grave preoccupazione per il “revival” di matrice terroristica e non è un caso che, subito dopo l’attentato di Boston, le misure di sicurezza siano state rafforzate dappertutto, anche se non è escluso che le bombe siano state lanciate da un folle al di fuori di qualsiasi organizzazione. Ma il terrore di lunedì solleva, anche, ulteriori perplessità sulla ripresa economica che, stando agli indicatori congiunturali, era già decollata oltre Oceano, con la previsione di attecchire in Europa nel secondo semestre del 2013.  Cosa succederà, adesso, di fronte alle tante fibrillazioni politiche che potrebbero creare altri scompensi nel risveglio del gigante Usa addormentato ma in procinto di uscire dal lungo letargo? Tanto più che lo squarcio di Boston rende più vulnerabile anche la figura di Obama, il presidente che aveva sconfitto il burattinaio delle Twin Towers. L’ombra di Bin Laden aleggia ancora oggi.

[email protected]