STAZIONE di Bologna, via Carracci, l’altro giorno, poco dopo mezzodì. Vedo un gran movimento di auto blu, un poliziotto in divisa che blocca la strada, qualche funzionario e agenti in borghese. Mi chiedo cosa stia succedendo e perché ci sia uno spiegamento così massiccio di forze dell’ordine. Neppure per la visita del Papa – che magari, alla sera, preferisce uscire dalle mura vaticane vestito da umile prete – sarebbero stati impiegati tanti uomini.

POI GIRO LA TESTA e compare la figura del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, fasciata in un ampio cappotto rosso. Lei mi vede e lancia un saluto un po’ freddino (l’avevo invitata a dimettersi quando era scoppiato il caso della telefonata alla moglie di Ligresti), poi se ne va in uno stridore di freni e un rombo di clacson. Non so, onestamente, per quale motivo la Cancellieri di ferro fosse nel capoluogo emiliano: impegni ufficiali o visita privata prima di Natale, visto che, per un paio d’anni, è stata commissario straordinario sotto le Due Torri. Non ho indagato, anche perché la ministra avrà avuto le sue ragioni per compiere la trasferta.
Mi sono, però, meravigliato: per quale motivo, in questi tempi d’austerità, con la Polizia che scarseggia sempre più di mezzi, un ministro della Repubblica debba avere un simile trattamento da super-Casta? Tanto più che, la stessa Cancellieri, quando era stata al Viminale dopo Maroni, aveva giustamente revocato molte scorte. Quando le chiedevi i motivi del giro di vite e della situazione di rischio oggettivo in cui ti trovavi, lei allargava le braccia, parlando di scelte dolorose, ma inevitabili. Mi sembra che, in questi anni, la situazione economica in cui versano l’Arma dei carabinieri e la Polizia non sia affatto migliorata, tanto è vero che, settimana scorsa, c’è stato un provvedimento del Consiglio dei ministri per tamponare la situazione d’emergenza. Cosa dice, in proposito, il nuovo titolare dell’Interno, Angelino Alfano? Non vorrei che, anche in questo caso, ci fosse il solito problema dei due pesi e delle due misure a seconda della persona scortata.
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