NON SO SE RENZI abbia mai giocato a pallavolo. Nelle “schiacciate” verbali è, comunque, senza alcun dubbio, un campione. Anche ieri ha messo in mostra, al “summit“ sul lavoro di Milano, il suo inguaribile ottimismo e l’incrollabile fiducia, nonostante tutto. Prima di tuffarsi nel vertice europeo, Matteo ha visitato, ad Assago, la squadra femminile italiana di pallavolo, impegnata ai mondiali, e ha dichiarato, senza tante incertezze, che il girone di ferro delle nostre ragazze del volley è molto più difficile delle forche caudine del Senato. Un’affermazione veritiera perché, bene o male, il sindaco d’Italia ha finora superato, a Roma, quasi tutte le insidie e gli agguati vari tanto da presentarsi davanti alla Merkel e ai colleghi europei con un Jobs act in dirittura d’arrivo. Tutto bene, dunque. Poi vai a scoprire che, in realtà, il testo è un maxi emendamento che contiene solo in parte i progetti originari del governo dopo le cruente battaglie ideologiche sull’articolo 18 e su altro ancora. Insomma, il sindaco d’Italia ha messo a segno un nuovo uno-due di un certo effetto dal punto di vista dell’immagine, ma mi chiedo quanto resterà, poi, di concreto a favore dei lavoratori e delle aziende, alle prese con una crisi che non concede, purtroppo, tregua. Da uomo della comunicazione, lo dico contro il mio interesse: non basta rimboccarsi semplicemente le maniche davanti alla tv, qui ci vuole molta più sostanza e molto meno fumo. Come adesso sa perfettamente anche la cancelliera di ferro, dopo la lezione di Kohl, durante le grandi riunioni internazionali è importante usare bene la forchetta a tavola, ma tutto diventa inutile se, dentro al piatto, non c’è nulla. [email protected]