L’ALTRA SERA ho visto un vecchio film sulla rivoluzione francese in tv. Mi ha colpito, come sempre, vedere rappresentato lo spettacolo delle esecuzioni con tutte quelle donne anziane che, per assistere in diretta alla ghigliottina, si recavano nella piazza molte ore prima dello “show” per conquistare un posto in prima fila. Per ingannare, poi, le lunghe ore d’attesa prima dell’arrivo del boia con i condannati, le amabili signore continuavano, tranquillamente, a lavorare a maglia.

ERANO CHIAMATE “tricoteuses” queste solerti lavoratrici, colonne della rivoluzione, che avevano trovato il modo di non annoiarsi, pur continuando a sferruzzare. Oggi certamente ci stupiamo del cinismo e della disumanità di queste francesi, pronte a gioire allo spettacolo di qualche testa mozzata che rotola a terra, ma, a ben guardare, con le dovute proporzioni, è ciò che sta accadendo, in questi giorni, a casa nostra, con il caso Berlusconi. Stiamo, infatti, diventando spettatori di uno scadente show che ha in palio la testa (politica) del Cavaliere. Chi difende Silvio, chi l’accusa, chi vuole, a tutti i costi, il suo sangue perché la giustizia è la giustizia anche quando si ghigliottina un leader che non si è riusciti a sconfiggere nelle urne, chi pretende un salvacondotto solo per lui perché Silvio è Silvio, dimenticando i tanti errori e la mancata rivoluzione liberale. Ci siamo trasformati in pubblici ministeri o avvocati difensori cercando di conquistare, in tutti i modi, le prime file dello spettacolo, proprio come le lavoratrici a maglia un po’ sanculotte del Settecento. E, se possiamo, tentiamo, pure, di occupare le prime pagine dei giornali, che certo non si fanno pregare se solo si sente l’odore del sangue. Tutti presi dalla nostra ghigliottina mediatica, stiamo, però, perdendo di vista l’obiettivo principale della piccola rivoluzione che è in corso e che si chiama governo delle larghe intese. Nato per cercare di agganciare la ripresa economica che sta passando veloce e non attende nessuno, a differenza delle vecchie “tricoteuses”.
[email protected]