A FURIA di considerarlo un piccolo dittatore, molti vedono ormai il premier Renzi come una specie di tuttofare o, meglio ancora, di un “faso tuto mi”. Di questo passo diremo che, grazie a Matteo, nel Belpaese non tramonta mai il sole. Un esempio? L’altro giorno, nella maratona sulla riforma della scuola, un sindacalista, ben sapendo che dietro a tutto c’è sempre il sindaco di Italia, ha chiesto alla titolare dell’Istruzione, Stefania Giannini: «Ma lei ha la delega a trattare?». Comprensibile l’imbarazzo della ministra: con il petto in fuori, ci può stare solo il suo presidente del Consiglio.

Intendiamoci, succedeva, così, anche quando a Palazzo Chigi lavorava un altro decisionista al cubo, Silvio Berlusconi, che, un giorno, redarguì, durante un Consiglio dei Ministri, Stefania Prestigiacomo: «Dai, su non fare la bambina!». Il parallelo si presta a due considerazioni. La prima: in Italia saranno pure state introdotte le quote rosa, ma una certa mentalità maschilista continua a sopravvivere, nonostante tutto. La seconda: capisco che, nel Palazzo, bisogna avere un certo decisionismo perché, altrimenti, tutto finisce in soffitta, ma attenti a non esagerare, perché le deleghe sono, comunque, un fondamento della democrazia. Mi sembra, invece, che Boschi a parte, le donne ministre, contino come il due di briscola. E non solo le donne… [email protected]