L’ “arrivederci Roma” di Marcinkus

LEGGENDO LE CRONACHE di questi giorni, mi sorge un piccolo dubbio. L’acronimo Ior, la banca del Vaticano, significa Istituto opere di religione o, piuttosto, Istituto opere di rapina? Adesso sono finiti in manette un alto prelato di Salerno, un broker e uno 007 che, evidentemente, avevano un’idea particolare dell’uso del denaro a fini caritatevoli. Bene […]

LEGGENDO LE CRONACHE di questi giorni, mi sorge un piccolo dubbio. L’acronimo Ior, la banca del Vaticano, significa Istituto opere di religione o, piuttosto, Istituto opere di rapina? Adesso sono finiti in manette un alto prelato di Salerno, un broker e uno 007 che, evidentemente, avevano un’idea particolare dell’uso del denaro a fini caritatevoli. Bene ha fatto Papa Francesco a usare il pugno di ferro sulle troppe manileste che si aggirano all’ombra di San Pietro, ma mi chiedo se basterà. Dai tempi di Marcinkus, infatti, lo Ior è perennemente sotto accusa: sembrava che la cacciata del discusso arcivescovo avesse rimesso tutto in ordine, ma così non è stato. Quando si era rifugiato a Phoenix, in Arizona, il prelato di origini lituane amava cantare a voce alta “Arrivederci Roma”. Aveva ragione lui: il suo spirito oscuro s’aggira ancora nelle segrete stanze delle finanze vaticane.