L’ambasciatore e i due marò

L’ALTRA MATTINA ho incontrato, a Roma, l’ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini. IL NOSTRO rappresentante è stato richiamato in patria già da un paio di mesi, in attesa degli sviluppi del caso marò. Sulla vicenda non può ovviamente parlare, anche se ha tenuto, nell’ultimo anno, un diario riservato dell’intricatissimo caso internazionale: mi ha confessato che […]

L’ALTRA MATTINA ho incontrato, a Roma, l’ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini.

IL NOSTRO rappresentante è stato richiamato in patria già da un paio di mesi, in attesa degli sviluppi del caso marò. Sulla vicenda non può ovviamente parlare, anche se ha tenuto, nell’ultimo anno, un diario riservato dell’intricatissimo caso internazionale: mi ha confessato che spera di poter rientrare presto nella sua sede, magari entro la fine di questo mese. Nonostante la sua giustificata reticenza, ho, comunque, avuto la netta sensazione che la storia potrà chiudersi positivamente proprio grazie all’opera di mediazione del diplomatico, a dispetto di quanto scritto da un giornale italiano che l’ha criticato aspramente. Il “casus belli” è stato l’incontro con il leader nazionalista Narendra Modi, con l’accusa di avere portato fiori al peggior nemico dei nostri militari bloccati in India. Credo che il quotidiano in questione sia incorso in un clamoroso errore perché, nella tradizione indù, i fiori vengono offerti dal padrone di casa, cioè, in questo caso, da Modi all’ambasciatore e non viceversa e, in ogni caso, è fondamentale coltivare buoni rapporti con i nazionalisti. È, infatti, probabile l’elezione a premier del loro capo che potrebbe subentrare a Sonia Gandhi. La Signora, proprio per le sue origini italiane (è nata a Lusiana, in provincia di Vicenza), è risultata, alla fine, il maggior ostacolo alla liberazione dei marò: non voleva, evidentemente, essere accusata di assegnare una corsia preferenziale ai suoi ex connazionali. Se l’ambasciatore riuscirà a portare a casa i nostri militari, cosa s’inventeranno i giornalisti a caccia di scandali?

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net