NON CAPISCO come il presidente del Consiglio, Enrico Letta, possa annunciare con tanta convinzione che il governo, ora, è in grado di passare all’offensiva dopo aver giocato per tanti mesi in difesa con un catenaccio che neppure Paron Rocco poteva immaginare. Sinceramente, non vedo grandi possibilità di giocare all’attacco. L’abolizione della seconda rata dell’Imu sulla prima casa è emblematica.
A parte il fatto che non si può parlare di cancellazione vera e propria della tassa, perché molti Comuni (è il caso di Milano) che avevano già aumentato l’aliquota oltre lo 0,4%, a meno di retromarce in “zona Cesarini”, batteranno di nuovo cassa entro il prossimo 16 gennaio.

PER COMPENSARE, poi, il minore gettito, si colpiranno banche e assicurazioni (che finiranno per scaricare sui propri clienti i maggiori aggravi d’imposta), le slot-machine (con un nuovo prelievo unico: il Preu), le addizionali locali e, ovviamente, tanto per cambiare, le accise sulla benzina, anche se solo dal 2015.
Quale controffensiva il premier potrà mai mettere davvero in atto, quando non ha lacrime per piangere, tra soldi pubblici che non ci sono e maggioranza sempre più risicata dopo l’uscita dalle “larghe intese” dei berlusconiani doc? È probabile che Letta vada ancora avanti, superando il voto di fiducia ipotizzato dopo l’8 dicembre con una navigazione sempre più a vista, solo per due motivi esterni: la necessità di approntare, finalmente, una nuova legge elettorale prima di andare alle elezioni e il semestre di presidenza europea nel 2014. Ma mi chiedo, sinceramente, se questi fattori esogeni possano bastare per continuare a vivere alla giornata. Credo che per agganciare la ripresa economica, siano necessari provvedimenti di alto profilo che l’attuale governo, suo malgrado, non riesce a varare.

CAPISCO le ragioni del Presidente Napolitano che, a tutti i costi, cerca di pilotare l’esecutivo, insistendo sulla necessità delle riforme istituzionali da attuare subito, ma neppure il Colle può combattere contro i mulini a vento di una politica che non decide mai. È verosimile che neanche un Letta-bis o un altro premier siano capaci, più di tanto, di traghettare l’Italia verso la “fase due”, quella della crescita e dello sviluppo economico, ma lo stato di rassegnazione con cui gli italiani stanno vivendo questa crisi — che, ormai, dura dal 2008 — è assolutamente deleterio. Scriveva Francis Bacon: «Ci sono cattivi esploratori che pensano che non ci siano terre dove approdare solo perché non riescono a vedere altro che mare attorno a sé».
Anche noi abbiamo bisogno di un nuovo Cristoforo Colombo che ci faccia toccar terra. Prima di affogare.
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