Si parla tanto dello scandalo della Regione Sicilia, da tutti definita come una specie di pozzo di San Patrizio. Eppure, proprio la Sicilia ha fatto quello che il resto dell’Italia non è riuscita a fare: l’abolizione delle Province. Perché un provvedimento sollecitato da quasi tutti partiti non viene mai realizzato? Laura Rondelli, Milano

LA STORIA dell’abolizione delle province – che hanno un costo spropositato per le tasche degli italiani considerando le loro limitate funzioni – è diventata una telenovela: si susseguono le puntate, ma la fine non arriva mai. Più che un rinvio alle calende greche, possiamo parlare di una storia eterna, senza fine. Cominciò a discuterne, una vita fa, Ugo La Malfa. Invano. Il nodo resta sul tappeto perché c’è
sempre una Penelope che disfa quello che è stato fatto. È successo anche con Monti: la riduzione delle province sembrava in arrivo, ma le dimissioni del governo hanno fatto, poi, saltare tutto. Peccato, perché era anche prevista una razionalizzazione degli enti, come la provincia unica di Romagna. E ora dobbiamo ripartire dalla Sicilia.

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