La stagione dei conclavi

SE, QUALCHE TEMPO FA, avevo accennato a una specie di tempesta perfetta che si era addensata sul Belpaese, oggi debbo ammettere che quella definizione è diventata fin troppo eufemistica, tra governo Monti agli ultimi minuti dei tempi supplementari (e senza più rigori), governo che sarà tutto da definire, maggioranza che non c’è, Grillo che c’è, […]

SE, QUALCHE TEMPO FA, avevo accennato a una specie di tempesta perfetta che si era addensata sul Belpaese, oggi debbo ammettere che quella definizione è diventata fin troppo eufemistica, tra governo Monti agli ultimi minuti dei tempi supplementari (e senza più rigori), governo che sarà tutto da definire, maggioranza che non c’è, Grillo che c’è, a cui si aggiungono la prossima “vacatio” del Quirinale e quella delle chiavi di Pietro che si sono smarrite a Castel Gandolfo. Oggi sarebbe il caso di titolare “Uragano Italia” o, meglio ancora, “La stagione dei Conclavi”. Con quali esiti nessuno lo sa. Non possiamo certo invidiare Napolitano – che, in cuor suo, si augurava di concludere in bellezza il suo mandato settennale – ma che è, invece, costretto a sbrogliare una matassa ingarbugliatissima, come mai è capitato negli ultimi decenni. Il Capo dello Stato ha giustamente smentito l’eventualità di sciogliere immediatamente il nuovo Parlarmento in modo da tornare subito alle urne: considerando l’emergenza economica e tutte le scadenze istituzionali, sarebbe davvero una iattura.

E, ALLORA, come uscire dall’ “impasse”? L’ipotesi della “Grosse Koalition”, magari guidata da Matteo Renzi che appare oggi molto più credibile del segretario del Pd, Bersani, non è ancora tramontata. Sarebbe, anzi, la soluzione migliore, come il “Giorno” ha più volte ribadito, per varare le misure maggiormente incisive in grado di stimolare la ripresa, ridurre il peso della macchina statale, cambiare la legge elettorale e trovare il successore del Presidente al Quirinale. Poi, tutti a casa e di nuovo al voto.

MA UN LEADER politico al cento per cento è davvero in grado di tenere la barra dritta al timone di un governissimo prossimo venturo? Considerando l’incognita rappresentata dai grillini, soprattutto se resteranno fuori dall’esecutivo, le possibilità sono piuttosto esigue anche se l’attuale sindaco di Firenze, rischiando un po’, potrebbe, forse, essere la carta migliore. D’altra parte, un nuovo governo Monti, dopo le delusioni degli ultimi mesi e, in particolare, dopo la “Waterloo elettorale” del Centro, non è assolutamente ipotizzabile. A quel punto, la soluzione giusta potrebbe essere quella di individuare un esterno capace di guidare un governo di politici del centrodestra e del centrosinistra. Considerando, appunto, che l’ex Supermario è “out” e che l’altro Supermario (Draghi) ha già dichiarato di voler restare al comando della Bce, non resta che un nome credibile: l’attuale governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che, in questi mesi, ha retto bene l’urto della recessione e della crisi finanziaria, in sintonia proprio con Draghi, suo predecessore a Palazzo Koch.

SAREBBE, quindi, l’uomo giusto al posto giusto in una congiuntura che, per molti versi, è ancora più delicata di quella del novembre 2011 quando il governo dei tecnici subentrò a quello presieduto da Berlusconi. Il governatore potrebbe essere gradito a tutti: a sinistra, ma anche a destra, tenendo anche conto che, a designarlo in via Nazionale, è stato proprio l’esecutivo del Cavaliere. Certo, Napolitano non ha avuto troppa fortuna quando ha estratto la carta-Monti dal suo cilindro, ma, ora, potrebbe concludere la sua presidenza in modo migliore. In fin dei conti, Ciampi docet.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net