NEL PRIMO discorso pubblico che tenne dopo il crollo del regime nazista, Konrad Adenauer, il grande statista tedesco che è stato uno dei padri dell’Europa, disse. «Siamo prima persone, cittadini europei e poi tedeschi. Mai più lo Stato-Nazione, una Germania federale per un’Europa federale». Inutile nasconderlo: spesso, troppo spesso, con la crisi dell’euro e della Grecia, abbiamo tutti pensato quanto queste parole del grande vecchio, che era di casa a Cadenabbia, fossero state disattese. Molti pensarono anzi che, con Angela Merkel, ribattezzata la Cancelliera di ferro, si stessero consolidando foschi segnali di nazionalismo di tristissima memoria. Ma la nostra Frau è donna dalle grandi sorprese e, a pochi mesi dal Titanic monetario, ecco la Mossa, con la emme maiuscola, l’apertura delle frontiere ai profughi siriani, facendo ciò che non hanno fatto gli altri. Una mossa, quella di Berlino, che assomiglia tanto alla “Strafexpedition”, una cavalcata delle valchirie nel segno della solidarietà. Una scelta vincente, quella tedesca, anche perché la Confindustria teutonica ha dato la disponibilità ad assorbire 500mila profughi l’anno. Un numero davvero impressionante tanto che, di questo passo, c’è già chi prevede che, tra un decennio o giù di lì, la Siria non sarà più abitata dai siriani. Senza contare che di fronte alla grande apertura tedesca, c’è stata la rigida chiusura delle frontiere di alcuni Paesi ex-comunisti che avevano fatto della solidarietà il loro motto tanto da abolire le classi sociali. Non c’è che dire: Angela über alles. [email protected]