NON È MAI troppo tardi. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha battuto il colpo che il “Giorno” continuava a chiedergli da quasi una settimana: dopo il blackout del governo, assente ai funerali delle tre vittime di Milano, una nota del Viminale di ieri, in un pigro pomeriggio domenicale, ha risposto direttamente alle nostre sollecitazioni. L’esecutivo è, infatti, corso ai ripari disponendo l’invio immediato, sotto la Madonnina, di 140 uomini in più tra poliziotti e carabinieri, per cercare di combattere alla radice l’emergenza sicurezza nella città più europea d’Italia. Se l’alba di sangue di Kabobo è stata solo la tragica punta di un iceberg, già da tempo il nostro giornale registrava, in effetti, una pericolosa recrudescenza della criminalità. Non è un caso che, secondo unsondaggio, quasi il 90 per cento dei lettori del “Giorno”, da noi interpellati, abbia chiesto anche il ritorno dell’esercito in città, con compiti di pattugliamento e prevenzione del crimine.

INTENDIAMOCI, 140 uomini in più, considerando le dimensioni di Milano, sono una goccia nel mare, ma è significativo che il ministro Alfano abbia recepito il grido di dolore dei milanesi e, di questo intervento, il “Giorno”, che per primo ha lanciato l’allarme, gli è particolarmente grato. E in serata il ministro ci ha ringraziato per aver sollecitato l’iniziativa. Qualcosa, insomma, si è mosso, anche perché il rinforzo appena disposto di poliziotti e carabinieri potrà avere maggiore efficacia, soprattutto a livello psicologico, della discesa in campo dello stesso esercito. Purtroppo, ci è voluta una strage come quella di Kabobo, per indurre il Viminale a correre ai ripari, ma oggi la risposta del vice-premier è, comunque, significativa.

NON SOLO per l’ordine nella capitale lombarda, ma, soprattutto, per svelenire il clima che si respira in città, bloccando sul nascere le pericolose avvisaglie di caccia all’immigrato, soprattutto se di colore. È certamente un primo passo verso la normalizzazione. Speriamo non siano necessari ulteriori rinforzi: i milanesi chiedono solo di vivere in tranquillità e, alla fine Angelino ha capito che qualcosa bisognava pur fare.

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