La razione a scuola? Sette ravioli a testa

UNA PROFESSORESSA di Milano ha fotografato il piatto che veniva servito ai suoi studenti di dieci anni: sette ravioli, proprio sette, che galleggiano smarriti nel vuoto della scodella, scarsi scarsi, molto nouvelle cuisine e poco sostanza. A parte gli ingredienti, che di questi tempi sollevano sempre qualche dubbio, torni a casa con una fame da […]

UNA PROFESSORESSA di Milano ha fotografato il piatto che veniva servito ai suoi studenti di dieci anni: sette ravioli, proprio sette, che galleggiano smarriti nel vuoto della scodella, scarsi scarsi, molto nouvelle cuisine e poco sostanza. A parte gli ingredienti, che di questi tempi sollevano sempre qualche dubbio, torni a casa con una fame da lupo e finisci, poi, per strafogarti con qualche fetta di salame o peggio. Essendo un po’ ciccione – oversize, come si dice adesso – sono combattuto: da una parte mi rendo conto che quei ragazzini sono, comunque, fortunati perché non diventeranno obesi con la pappa della scuola; dall’altra mi chiedo, un po’ perplesso, se il Paese non sia davvero alla frutta. Perché, tra tagli e controtagli alla spesa pubblica, non siamo neppure più in grado di servire un pasto decente alla mensa delle Elementari. Ai miei tempi, quando ero scolaretto, ci davano un bicchiere di latte. E tutti noi pensavamo a una popputa Anita Ekberg che cantava “Bevete più latte”. Era il nostro modo per combattere la fame.