La politica in cancrena

Roma-Milano: uno a uno e palla al centro. Avevamo appena celebrato la grandezza ambrosiana di fronte alle macerie capitoline di Marino&C: l’arresto del vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani, tra gli altri coinvolti, finito ieri direttamente a San Vittore, dimostra che tutto il mondo è paese, perché la politica è, ormai, in cancrena ovunque. Le […]

Roma-Milano: uno a uno e palla al centro. Avevamo appena celebrato la grandezza ambrosiana di fronte alle macerie capitoline di Marino&C: l’arresto del vicepresidente della Regione Lombardia, Mario Mantovani, tra gli altri coinvolti, finito ieri direttamente a San Vittore, dimostra che tutto il mondo è paese, perché la politica è, ormai, in cancrena ovunque. Le manette a Mantovani, l’uomo della sanità che abbiamo conosciuto in questi anni, sono un film che non volevamo più vedere. Siamo ripiombati, in un attimo, ai tempi di Mani Pulite, alle tangenti a go-go e alle crociate che combatterono, allora, i magistrati del pool e tanti giornalisti. Sembrava, allora, che una ventata di aria fresca avesse fatto piazza pulita di tutte quelle incrostazioni tra politica e malaffare che favorirono l’eclissi e la caduta della Prima Repubblica. Intendiamoci, non apparteniamo alla schiera di quelle penne giustizialiste che sono solite condannare a prescindere. C’è una presunzione d’innocenza per il numero due della Regione ed ex assessore alla Sanità (ancora una volta la fonte di tutti i mali) che non dobbiamo dimenticare per la semplice ragione che non conosciamo i dettagli della vicenda, né se le responsabilità verranno confermate. Siamo, però, rimasti sorpresi dal fatto che Mantovani sia finito direttamente in prigione: altri, in situazioni all’apparenza simili, avevano evitato la carcerazione immediata.

Sembra anche piuttosto singolare – un segno del destino, quasi – il fatto che, nel momento in cui tutta l’attenzione era concentrata sugli sviluppi giudiziari che hanno coinvolto, a Roma, un sindaco del Pd, con le sue forzate dimissioni, l’attenzione si sia spostata, da un giorno all’altro, repentinamente su Milano e su un esponente politico di Forza Italia. Un’ultima considerazione: mai cantare vittoria (come è successo con i dovuti riconoscimenti ai meriti dell’Expo e della metropoli meneghina) prima del tempo. Dopo i sogni di gloria, il risveglio può essere, infatti, davvero bruciante.