Premetto che i loden mi piacciono e li indosso da una vita per sembrare più magro, ma in questi giorni il famoso cappotto sudtirolese sta passando dei gran brutti momenti, complici Mario Monti ed Enrico Letta.

RICORDATE quando il presidente della Bocconi salì a Palazzo Chigi? Era l’uomo in loden, indossato in maniera impeccabile, con quell’aria seria e ispirata da economista di serie A. Tutti eravamo convinti che il governo dei tecnici avrebbe rivoltato l’Italia come un guanto. Ci eravamo sbagliati: i professori hanno combinato ben poco e quel niente anche con supponenza. Dopo un anno di guai, hanno fatto le valigie, senza lasciare rimpianti. Ma la delusione maggiore l’ex Supermario me l’ha data l’altro giorno quando ho letto le rivelazioni di Alan Friedman sui contatti con Napolitano diversi mesi prima l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Alle insistenti domande del giornalista, mi sarei aspettato, come minimo, da uomo di Stato, un laconico “no comment”, invece il professore ha vuotato il sacco, senza alcuna riconoscenza nei confronti di Re Giorgio che, in fin dei conti e col senno di poi, ingiustamente, gli ha anche regalato il laticlavio di senatore a vita. Monti ha, così, messo in difficoltà il povero Napolitano, finendo, quasi, per dare ragione a coloro che hanno sempre parlato di un mezzo colpo di Stato mascherato per far fuori Berlusconi.
Lo stesso Letta indossa, qualche volta, il loden e, manco a farlo apposta, pure lui sta scivolando verso il baratro come il suo predecessore anche se ieri ha battuto il pugno sul tavolo. Tanta fatica, tante promesse che rischiano di andare in fumo. Mi informo da amici fiorentini che confermano: Renzi non ha il loden, solo giubottini. Speriamo bene.
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