CERTE sere, guardando la nuova serie televisiva ‘House of Cards’, trasmessa da Sky, rifletto su cosa sta succedendo in Italia a proposito della questione morale che focalizza una campagna elettorale dominata, per altri versi, dalle offese eccessive e dalle parolacce. Il tema etico prevale e soffoca tutte le altre questioni sul tappeto, quasi che, il nostro, fosse l’unico Stato al mondo con politici corrotti. È giusto dare la precedenza all’argomento, considerando gli ultimi sviluppi della vicenda tangenti per Expo e per la Città della Salute, ma attenzione a non esagerare.

Mi viene in mente proprio il protagonista del ‘serial’ tv: lo spregiudicato ed ambizioso deputato del Congresso americano che nuota, abile e cinico, nei corridoi del potere a Washington, addirittura influenzando le strategie Usa, assomiglia, come una goccia d’acqua, ai tanti politici o presunti tali che fanno lo stesso mestiere nei cinque continenti. A sentire, invece, i soliti tribuni, sembra quasi che solo da noi allignino  gli incestuosi intrecci tra potere e malaffare e tutti a darci addosso. Ecco, così, che Grillo ha improntato l’intera crociata per le Europee sul giustizialismo: una volta eravamo il Paese di santi poeti, eccetera eccetera, oggi, a sentire il profeta delle Cinque Stelle, siamo un popolo di corrotti e corruttori. E pure beceri.

ANCHE IL PREMIER Renzi – con Berlusconi costretto in un angolo per via della squalifica di Cesano Boscone -, si riempie la bocca e si gioca pure la faccia sul nodo giustizia. Non è un caso che, per le prossime Regionali, il sindaco d’Italia, nonché segretario del Pd, stia pensando di candidare esponenti  che provengano dalla magistratura, come Cantone in Campania e Gratteri in Calabria.
Intendiamoci, gli ultimi sviluppi della vicenda-tangenti sulla kermesse dell’Expo, vent’anni dopo Tangentopoli, sono davvero clamorosi e gettano una luce sinistra sull’Italia anche perché, quattro lustri dopo, ritroviamo gli stessi protagonisti di allora, da Greganti, inconfondibilmente Primo, a Frigerio. È stata la classica doccia fredda anche per gli addetti dell’informazione per la semplice ragione che tutte le campagne di stampa lanciate ai tempi del “pool” di Mani Pulite si sono rivelate assolutamente inutili: tante battaglie per nulla.

È STATO, QUINDI, giusto affrontare in primis la questione morale, ma il tema non deve prevaricare sugli altri argomenti e sulle gravi emergenze che ci stanno letteralmente affondando. A cominciare, è ovvio, dalla crisi economica che continua ad aggredirci, così come dal debito pubblico che ci soffoca impedendo di varare qualsiasi progetto di ripresa. Ma anche sul tema delle riforme che, in febbraio, pareva la “condicio sine qua non” per far decollare il governo Renzi, mentre, oggi, si è un po’ smarrrito nelle nebbie non solo padane, nonostante l’impegno, ribadito anche ieri, del premier.
C’è, poi, la questione europea: quale sarà il futuro dell’euro in un contesto così difficile? Mi sembra, invece, che – di fronte alla crescita esponenziale  e, per certi versi, giustificata dalla situazione – di un forte populismo, l’Europa paludata resti sorda e cieca. Mi auguro che gli euroburocrati sappiano, alla fine e, purtroppo, in grande ritardo, reagire allo scossone che il voto di domenica darà quasi certamente. Aveva ragione mio nonno quando diceva che, in certe occasioni, una bella sberla non fa male a nessuno. Quando ci vuole, ci vuole.