La maestrina di Montecitorio

LAURA Boldrini ha scelto, sfortunatamente, la strada dell’occhio per occhio, dente per dente. E SI È MESSA a replicare alle provocazioni del grande capo grillino e dei suoi onorevoli senza tanti peli sulla lingua, con l’aria ispirata delle grandi occasioni (televisive). Premessa: il Movimento a 5 stelle ha davvero esagerato, con i suoi volgari “j’accuse” […]

LAURA Boldrini ha scelto, sfortunatamente, la strada dell’occhio per occhio, dente per dente.

E SI È MESSA a replicare alle provocazioni del grande capo grillino e dei suoi onorevoli senza tanti peli sulla lingua, con l’aria ispirata delle grandi occasioni (televisive). Premessa: il Movimento a 5 stelle ha davvero esagerato, con i suoi volgari “j’accuse” che stanno gettando fango su chiunque e che rischiano di far scricchiolare il delicato sistema democratico, ma è importante mantenere i nervi saldi e non cadere nelle provocazioni. Soprattutto quando si occupa la terza carica dello Stato. La Boldrini è, invece, andata in tv da Fazio con un’aria da maestrina ed ha ottenuto l’effetto opposto, inasprendo ancor più gli animi dei 5 stelle che sembrano quasi andare a nozze con le risse a Montecitorio. La signora presidente, a mio parere, avrebbe dovuto, invece, prendere subito chiari provvedimenti contro i protagonisti (non solo grillini) della gazzarra della settimana scorsa e dall’alto del suo scranno tacere, mantenendo un’assoluta terzietà e il controllo della indisciplinata classe sottostante. Le frasi sessiste, minacciose quanto stupide, si condannano da sole: stupisce solo che ragazzi giovani e, a parole, innovatori, si portino appresso un bagaglio così odiosamente antiquato. La Boldrini, sia pur inconsapevolmente, ha finito per alimentare un circuito a ruota libera di degenerazioni verbali di cui, in questo momento, il Paese non ha francamente bisogno. Pensava di salire in cattedra e, da dura e pura, cavalcando l’onda, impartire lezioni agli screanzati deputati, ma c’è sempre qualcuno più puro di te, soprattutto a sinistra e così ha fatto la classica figura dei vecchi tromboni democristiani. giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net