ORMAI, qualunque cosa facciamo, dovunque ci muoviamo, abbiamo sempre uno spauracchio: è la Grecia. Rischiamo l’insolvenza? Ricordiamoci di Atene. Lo spread sale? Ecco il pianto greco. Insomma, abbiamo di continuo davanti agli occhi quel cattivo esempio. Il confronto non mi fa certo piacere perché sono stato presidente dell’associazione d’amicizia parlamentare tra Italia e Grecia e, quindi, ho sempre avuto grandissima simpatia per i cugini ellenici.

Debbo, però, notare che, anche sul fronte della giustizia, Atene non è un esempio da imitare. Leggo, infatti, che un facoltoso studente greco con passaporto svizzero, accusato dell’omicidio di uno studente di Ospedaletto Lodigiano ucciso, neppure due anni fa, a colpi di bottigliate in testa a Mykonos, ha ottenuto una specie di libertà ben poco vigilata dalla Corte di giustizia di Atene: potrà starsene dalla sua mamma a Basilea, salvo, poi, tornare due volte al mese in Grecia per firmare in caserma. Insomma, abbiamo pure il pendolare obbligato a livello internazionale.

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