«NEI PERIODI di decadenza il culto della cucina diventa eccessivo». L’aveva sottolineato nel 1979, anno di crisi, lo scrittore di Como Aldo Buzzi, amico e socio del grande disegnatore rumeno-americano Saul Steinberg: entrambi sono, oggi, al centro di una grande mostra appena inaugurata a Sondrio. Sia Buzzi che Steinberg erano molto legati alla “haute cuisine”, più o meno nouvelle, tanto che si autodefinirono “intellettuali alla Kok”, così con la doppia “K”, anziché usare il più classico alla “coque”. Aldo non poteva certo immaginare che la crisi del 1979 sarebbe stata una recessione all’acqua di rose rispetto a quella andata in onda dal 2008 fino ad oggi. In effetti, in questi anni di magra, è stato tutto un peana di chef, cuochi d’alto bordo, menù sopraffini, ristoranti a cinque stelle: è vero, quindi, che i tempi grami spingono a cercare qualche consolazione nella buona cucina, portafoglio permettendo. Guardando certe raffinate proposte culinarie, con relativi prezzi, viene da chiedersi chi mai possa permettersele. Se, nei tempi d’oro, quelli, tanto per intenderci, della Milano da bere, si era costretti a partecipare a certi convegni che erano delle vere e proprie pizze, oggi, per avere successo di pubblico, qualsiasi manifestazione culturale deve essere, come minimo, accompagnata da un accattivante catering. Da una parte, quindi, sono molto contento per i segnali di ripresa che si stanno avvertendo anche in Italia, dall’altra mi sorge un dubbio: con la fine della crisi, si concluderà pure la grande stagione dei masterchef? E mi viene un po’ da piangere. Niente più trippa per i gatti giornalisti.

[email protected]