E’ STATA una Caporetto. Firmato o non firmato da Armando Diaz, il verdetto delle Amministrative deve essere letto come un’ulteriore, gravissima, sconfitta della politica, di tutta la politica, al di là dei risultati strappati da ciascun partito e dai singoli candidati-sindaci. Perché i dati sull’astensionismo alle elezioni che, in teoria, dovrebbero interessare di più gli italiani, quelle per scegliere i primi cittadini, confermano una disaffezione senza precedenti a “questa” casta. Intendiamoci, nulla di nuovo sotto il sole d’Italia: da quanto tempo, ormai, avvertiamo il distacco da una classe politica che ci rappresenta sempre meno e che dista anni luce dalla realtà quotidiana? Quello che, però, impressiona è la partecipazione a questa specie di sciopero dalle urne, come se gli elettori, delle più diverse zone del Paese, si fossero messi tutti d’accordo, mossi dai medesimi sentimenti, per una forte azione dimostrativa. Se, fino a febbraio, l’antipolitica si misurava con la vertiginosa crescita del voto dei grillini, oggi il Movimento sembra avere già perso qualche stella, tanto che non sembra azzardato prevedere, come l’Uomo Qualunque di Giannini, un futuro da meteora per l’ex comico ligure.

MA I cittadini possono, ugualmente, tenere il grilletto puntato contro la tempia degli inquilini del Palazzo con la massiccia diserzione dalle urne. Insomma, molti che avevano dato il loro voto ai grillini, magari con qualche mal di pancia, sono, questa volta, diventati astensionisti. Non si spiegherebbe altrimenti il crollo dei votanti nei 563 Comuni interessati alle Amministrative: il 62,38% degli aventi diritto, rispetto al 77,16% della tornata precedente, con un calo di quasi 15 punti percentuali. È ancora più significativa la diserzione nella Capitale dove è stata appena superato il fifty-fifty: a Roma è stato a casa il 47,8% degli elettori e la flessione, rispetto alle precedenti Amministrative, quando venne eletto Alemanno, è di quasi 21 punti: più che una Caporetto, mi sembra una Waterloo.

MOLTI commentatori hanno interpretato il “tutti al mare!” (nonostante il maltempo opprima quasi tutte le regioni) come una specie di non gradimento al lavoro svolto finora dal governo Letta. Ritengo, invece, che il “forfait” degli elettori abbia motivazioni più generali, tanto è vero che il Pd, cioé il “partito di maggioranza” all’interno dell’esecutivo, è andato meglio degli altri, conquistando (finora) un netto primo posto a Roma con Marino, mettendo in discussione la leadership di Paroli a Brescia, e piazzandosi bene in tante città, Lombardia compresa, a cominciare da Lodi e a Sondrio dove ha vinto. Se debbo, alla fine, dare un giudizio a caldo su questa prima tornata di Amministrative, in attesa di correggere, eventualmente, il tiro al secondo turno, direi che le consultazioni, al di là della sconfitta della politica, sono terminate con un sostanziale pareggio per il Paese. Al gol a favore, con la mezza rotta dei grillini, ha fatto da contrappeso la rete segnata dall’astensionismo dilagante. L’ultima parola, tra meno di quindici giorni, ai ballottaggi.
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