ERA LA CANCELLIERA di ferro, ma adesso sembra, piuttosto, diventata d’alluminio. La signora Merkel, frau Angela, sembra solo la lontana parente di quella statista inflessibile e dura che si scioglieva solo con il suo compare di scena Sarkozy per prendere in giro Berlusconi. Dopo aver predicato l’austerità a tutti i costi e avere, più volte, dichiarato che i parametri europei non si potevano toccare, oggi la signora di Berlino ci sorprende sostenendo, invece, che un occhio si può anche chiudere per favorire la risalita della fiacca Europa. Non è, dunque, detto che, sull’altare del rigore economico, sia lecito sacrificare tutto: in certi casi, quando la ripresa latita, i vincoli di bilancio possono anche essere trascurati.

Come spiegare l’improvvisa metamorfosi della Merkel? Si è forse invaghita del giovane Renzi, dopo avere guardato dall’alto in basso tutti gli altri premier, compreso Mario Monti che, pure, le era grande amico? Si dimostra più conciliante verso i Paesi deboli, a cominciare dall’Italia, come segno d’omaggio per il nostro semestre di presidenza europea? Nessuna di queste ipotesi contiene un briciolo di verità, anche se Mister 40% è, finora, stato capace di farsi ascoltare con più attenzione a Bruxelles, forte dello straordinario risultato delle elezioni. E lo sarà sempre più, nei prossimi mesi, perché l’ipotesi di una staffetta al Quirinale Napolitano-Prodi appare, ora, meno remota, come dimostrano i consigli, recepiti, sulle priorità economiche che il Professore ha dato, l’altro giorno, al premier. È chiaro, infatti, che la salita di Romano al Colle significherebbe più assonanza con le istituzioni comunitarie e con i partner europei, considerando che Prodi è stato, per cinque anni, presidente della commissione Ue.

Ma, al di là delle grandi manovre in corso, credo che il motivo dell’atteggiamento più conciliante della Merkel sia uno solo: pure la Germania sta subendo i morsi della crisi e ha, quindi, bisogno anch’essa di rilanciare l’economia. Chiudendo un occhio sul rigore o magari, se serve, tutti e due.
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