Indro e Maggie

IERI MATTINA, mentre distrattamente sfogliavo il Corriere della Sera, nella pagina dei necrologi, un nome ha immediatamente richiamato la mia attenzione con un’emozione, mista a stupore: contessa Margherita de Colins de Tarsienne Montanelli, i funerali – così era scritto nel piccolo riquadro – sono stati ufficiati a Innsbruck, il 6 luglio 2013. Accidenti, ho pensato, […]

IERI MATTINA, mentre distrattamente sfogliavo il Corriere della Sera, nella pagina dei necrologi, un nome ha immediatamente richiamato la mia attenzione con un’emozione, mista a stupore: contessa Margherita de Colins de Tarsienne Montanelli, i funerali – così era scritto nel piccolo riquadro – sono stati ufficiati a Innsbruck, il 6 luglio 2013. Accidenti, ho pensato, è morta Maggie, la prima, discretissima, moglie di Montanelli, la delicata ragazza austriaca che aveva sposato nel 1942 e che aveva condiviso con lui gli anni della guerra e anche il carcere, prima a Gallarate, poi a San Vittore e infine, ma solo lei, a Bolzano. Ricordo una foto sbiadita: una bionda sottile dai capelli ondulati e gli occhi luminosi, elegantemente distante. Doveva essere coraggiosa, Maggie, perché affrontò la lunga prigionia con dignità e fermezza, con la sola “colpa” di essere la moglie di un antifascista. La vita, la lontananza, la carriera tumultuosa del grande Indro li separarono presto, ma le poche volte che il direttore la ricordava, quando magari un giovane redattore gli confidava le sue pene matrimoniali, lo faceva con una punta di lieve amarezza e di dolcezza: anche lui aveva lasciato una donna coraggiosa e gentile, ma spesso la vita non è giusta e il mestiere, il giornalismo, è sempre l’amore più grande.