In ricordo di un amico

SE PERMETTETE vorrei parlare di casa mia. Non tutti sanno che Forlì, la mia città natale, ha sempre avuto una grande tradizione aeronautica. Basta fare un giro in Piazzale della Vittoria, dove troneggia una bella statua di Icaro, per capire lo spirito della città romagnola: l’importante è spiccare il volo. A rinverdire questa tradizione è […]

SE PERMETTETE vorrei parlare di casa mia. Non tutti sanno che Forlì, la mia città natale, ha sempre avuto una grande tradizione aeronautica. Basta fare un giro in Piazzale della Vittoria, dove troneggia una bella statua di Icaro, per capire lo spirito della città romagnola: l’importante è spiccare il volo. A rinverdire questa tradizione è stato un ingegnere forlivese, Franco Persiani, che è scomparso da poco. Lui è riuscito ad accreditare a livello internazionale il Polo aeronautico romagnolo,luihatrasformatole galleriediPredappio – il luogo dove nell’ultima guerra venivano costruiti gli aerei Caproni – in uncentrodiricerca neisettoridellafluidinamica e delle turbolenze. Posso testimoniare di persona che Franco era una specie di Pico della Mirandola, perché siamo stati compagni di liceo: un vero mostro in matematica e fisica. Non dovrei scriverlo,ma, conoscendo i mei limiti in materia, mi ero seduto nel banco vicino per poter dare un’occhiata furtiva ai suoi compiti in classe di algebra. Ho una giustificazione: all’esame di maturità, quando ancora non c’era stata la riforma, prese dieci in matematica. Credo che, negli annali della scuola, non sia un fatto molto frequente. Debbo, quindi, molto a Franco anche perché la sua bravura nei numeri, a confronto della mia asineria, mi ha poi convinto a lasciar perdere le facoltà scientifiche e a pensare ad altro. Ora apprendo che le autoritàforlivesi, a cominciare dal sindaco, chiedono all’Università di Bologna di dedicare a Persiani il Tecnopolo, la sede universitaria dove si svolgono i corsi di aeronauticaemeccanica. Sarebbe ilminimo che un consiglio accademico può fare in onore di un grande romagnolo. Caro Franco, hai sempre volato in cielo… giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net