Il sindaco? No, grazie

DALLA POLVERE all’altare e viceversa. Mario Lucini, sindaco di centro-sinistra di Como, ha totalizzato, in un sol giorno, un bel record. Si è visto fregiare dal “Sole 24 Ore” del titolo di miglior primo cittadino della Lombardia (nono nella classifica nazionale), ma è stato contemporaneamente indagato, in particolare per reati ambientali, nella vicenda delle paratie […]

DALLA POLVERE all’altare e viceversa. Mario Lucini, sindaco di centro-sinistra di Como, ha totalizzato, in un sol giorno, un bel record. Si è visto fregiare dal “Sole 24 Ore” del titolo di miglior primo cittadino della Lombardia (nono nella classifica nazionale), ma è stato contemporaneamente indagato, in particolare per reati ambientali, nella vicenda delle paratie che da anni mette in croce il lago lariano. Lucini è la migliore conferma di un fatto molto semplice: oggi nessuno, o quasi, vuole più fare il sindaco considerando tutte le grane che possono cadere fra capo e collo, nonostante l’efficacia del proprio operato. Puoi anche essere al top delle giunte comunali, ma una bella indagine giudiziaria non te la toglie nessuno.  In effetti, molti si chiedono perché la cosiddetta società civile non esprima più esponenti di primo piano pronti a spendersi direttamente per il bene della propria città. La ragione è semplice: «Chi me lo fa fare?» è il refrain quando cerchi di sondare qualche “big”. Non resta che defilarsi, anche se la fiducia  degli italiani, come dimostra l’ultima classifica del “Sole”, è mediamente salita.  Per la stessa ragione, molti che ci sono “cascati”, evitano di fare il bis: è il caso del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che pure nell’indice di gradimento, l’anno scorso, ha recuperato  sette punti rispetto al 2014 piazzandosi, così, al 18° posto.  Le difficoltà della politica si misurano anche sulle rinunce. giancarlo.mazzuca@ilgiorno.ne