Il “selfie” di Strasburgo

MATTEO Renzi ha due chiodi fissi: le riforme e i “selfie”. Sul primo punto, il presidente del Consiglio continua a insistere, ma non contento dei successi (per ora a parole) ottenuti in Italia, ripropone la formula a livello europeo. Ieri, nel forte discorso d’apertura del nostro semestre di presidenza Ue, ha ottenuto notevoli consensi, a […]

MATTEO Renzi ha due chiodi fissi: le riforme e i “selfie”. Sul primo punto, il presidente del Consiglio continua a insistere, ma non contento dei successi (per ora a parole) ottenuti in Italia, ripropone la formula a livello europeo. Ieri, nel forte discorso d’apertura del nostro semestre di presidenza Ue, ha ottenuto notevoli consensi, a cominciare dall’inglese Cameron che ha apprezzato molto le parole del premier sul ruolo basilare di Londra nello scacchiere europeo.

Sul secondo punto, Renzi è stato lapidario: il “selfie” dell’Europa? “Il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione. L’Europa oggi mostrerebbe il volto della noia”. Parole del sindaco d’Italia.

Concordo con lui. Oggi il Vecchio Continente – gli uomini che tirano le fila non se ne accorgono o fanno finta di non accorgersene -, offre la peggiore immagine di sé. Nel mio piccolo l’ho scritto anche nel “Buongiorno” di ieri. Il problema è che questa faccia senz’anima dell’Europa è stata, colpevolmente, determinata da quegli uomini grigi che ieri erano tutti a Strasburgo.

Se oggi siamo in queste condizioni, la colpa non è certo dei cittadini tedeschi, inglesi, francesi o italiani: le responsabilità sono ben altre e coinvolgono, piuttosto, i leader che, negli anni passati, hanno perso il contatto con i loro popoli. Salviamo pure Renzi che è arrivato a Palazzo Chigi solo da pochi mesi, ma gli altri dove erano? Più che un “selfie” dell’Europa, qui bisognerebbe fare il “mea culpa” collettivo dei premier europei.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net