MI SCRIVE un affezionato lettore del “Giorno” che, adombrando chissà quale tipo di censura da parte nostra, mi chiede come mai ieri non abbiamo dato alcun seguito alla vicenda De Magistris. Nessun silenzio complice, caro amico di Varese, tanto è vero che oggi dedichiamo alla  storia il  “Buongiorno”. Concordo con il lettore: la vicenda del sindaco congelato di Napoli è, per certi versi, paradossale. Mi conferma anche una piccola verità: se il primo amore non si scorda mai, la prima impressione su una persona è, generalmente, la meno fallace. Ricordo quando De Magistris era pm a Catanzaro: diffido degli inflessibili fustigatori di costumi e dei tribuni: il giovane giudice mi ha subito dato l’idea di appartenere, a pieno titolo, a queste due categorie.

Una sensazione, la mia, che è diventata certezza quando Luigi ha incarnato anche il prototipo del carrierista perfetto, magari alla corte di un ex collega come Di  Pietro.  E, poi, il grande salto in politica, con l’immediata conquista della metropoli partenopea. Tutto facile per De Magistris,  ma fino a un certo punto, perché, spesso e volentieri, chi sale la scala gerarchica troppo in fretta, facilmente registra anche cadute repentine. E, se vogliamo, c’è anche una legge del contrappasso: non è un caso, infatti, che il nostro, si sia beccato una condanna  di un anno e tre mesi per abuso d’ufficio proprio quando era pubblico ministero nella città calabrese. Non solo: gli è arrivata pure una contestazione all’operato da sindaco a proposito dell’America’s Cup. Il bel Luigi non demorde e si dichiara pronto a ripartire: nuovo re di Napoli che non vuole scomparire dalle luci dei riflettori.