I FILM americani ci hanno reso familiare la figura del ragazzo che, la mattina presto, magari in sella a una bicicletta, lancia il pacchetto dei giornali davanti alle porte di linde villette dei sobborghi di qualche città dell’Ohio o del Connecticut. Tanti, che hanno cominciato così, sono poi diventati – seguendo, ciascuno, il proprio ideale -, top manager, scrittori o scienziati di fama: questo è il sogno americano che consente, a ciascuno, di realizzarsi a patto, ovviamente, di credere nel futuro e di lottare per raggiungere i propri obiettivi. Anche noi, qui a Milano, avevamo il nostro ragazzo dei giornali: un giovane volonteroso, Daniele Carella, che dava una mano al papà, il sabato mattina presto, in giro con il furgoncino a portare le notizie a domicilio, nelle case dei milanesi. L’ha aggredito alle spalle, il vigliacco picconatore venuto da lontano, spegnendo i suoi giorni all’alba, senza che potesse compiere un solo gesto per proteggersi da quella furia scatenata. Pensando a lui, al suo destino così tragico, alla vita troncata in modo assurdo e gettata via assieme ai suoi sogni di ventunenne, la famiglia del “Giorno” abbraccia tutti i suoi cari: Daniele era uno di noi.