LA FERALE NOTIZIA mi è giunta, ieri mattina, inaspettata, via sms. Un vecchio collega parlamentare mi comunica che, lassù, nell’ultima fila dell’aula di Montecitorio, si è seduto un grillino. Per 5 anni, lo scranno “492” ha sopportato il mio peso, ma da oggi ospita le terga, più o meno nobili, di un seguace del comico ligure. Quasi per tranquillizzarmi, l’amico deputato aggiunge: «È tutto ancora provvisorio».  Sarà anche provvisorio, ma il fatto che quella zona sia, oggi, presidiata dai grillini e non più appannaggio del centrodestra, dà l’idea di come sia tutto cambiato nell’aula “sorda e grigia”. Una rivoluzione copernicana che ha spazzato via prassi e abitudini, un vero e proprio terremoto che sconvolge tutti gli equilibri raggiunti nella Seconda Repubblica. Della mia presenza al “492” già non c’è più traccia. E mi sorge un desiderio inconfessato, ma irrefrenabile: avrei dovuto comportami come quei bambini discoli delle elementari che “firmano”, con il temperino, il proprio posto a scuola. Qualcuno, così, si sarebbe ricordato di me.